Cinema

Zeta Jones, a Hollywood con tre film

Zeta Jones, a Hollywood con tre film

«No, non sono una buona cuoca. Anzi dovrei dire "non ero" perché dopo No Reservation, in cui interpreto uno dei migliori chef di New York, ho imparato l'arte della cucina. Quando mi sono battuta per interpretare questo remake del film tedesco con Sergio Castellitto Mostly Martha, mio marito Michael ha detto con ironia: "Altro che sgambettare in Chicago, questa sarà la tua più grande sfida considerato che al massimo sai cucinare uova sode», ride Catherine Zeta-Jones. Aggiunge subito, respingendo ogni gossip ventilato su una sua relazione con l'altro top chef Aaron Eckhart (nel ruolo che era stato del nostro Castellitto) del film diretto da Scott Hicks: «Vorrei con la nostra commedia far sorridere la platea e trasmettere gioia di vivere. Mia è stata l'idea del remake di un film tutto da gustare in tempi difficili. Mi era piaciuta la pellicola originale diretta dalla mia amica tedesca Sandra Nettelbeck, che per noi ha scritto il nuovo copione ambientato, con un autentico atto d'amore per la città, a New York: in un clima che segna una sorta di resurrezione dopo l'11 settembre, nei ristoranti pieni, nella voglia di ritrovarsi uniti». PENSIERO — Considera, seguendo un suo pensiero: «Ogni giorno mi ripeto: "Catherine, sei una donna fortunata" e non solo per la grande carriera che il cinema mi ha offerto,Oscar compreso, ma perché, se ripenso a quando ero una delle tante ragazze in cerca di lavoro e affermazione a Los Angeles, sola, sempre in giro con la macchina da una audizione all'altra, mi rendo conto che, per me, tutto è andato in un'altra direzione, solare e positiva come il mio carattere di testarda figlia di un gallese e di una irlandese ». Entrata di diritto grazie al matrimonio con Michael Douglas nella cosiddetta «Hollywood royalty», Catherine, dopo due maternità, sta vivendo il suo grande ritorno al cinema perché ha tre nuovi film in uscita e di un altro, con No Reservation, è particolarmente fiera. MAGIE — Spiega: «E' stato impegnativo e affascinante interpretare una medium di cui si innamora il leggendario Houdini, nel film diretto dalla regista australiana Gilliam Armstrong. Guy Pierce è sbalorditivo, a mio parere, nella parte del mago Harry Houdini e mi piacerebbe che Death Defying Acts fosse scelto sia dalla Mostra di Venezia che dal festival di Deauville al quale resto legata: tra una bassa marea e l'altra della Normandia, lì ho conosciuto Michael e mi ha chiesto di sposarlo ». «Abbiamo scelto (perché anche Michael per tre anni ha voluto fare solo il papà) un distacco dal cinema dopo la nascita di Dylan e di Caryn. Non volevo perdere un solo minuto delle loro vite. Poi è arrivato questo film sorridente e capace di vincere ogni malinconia. Il cinema mi ha ripreso, ma parzialmente. Ho imparato con gli anni a essere meno ambiziosa e, come donna, sono ormai anche convinta che spesso restare tra i fornelli della propria casa abbia un valore più alto che non trovarsi di fronte a una cinepresa. La cucina e la famiglia possono essere molto più afrodisiache dell'ambizione. RANCH — Con Michael ora hanno comprato un ranch nel Canada. «Ci piacerebbe far crescere lì i nostri figli e praticare tanto sport. Siamo entrambi appassionati di ogni tipo di attività, dallo sci al golf, e la televisione in casa si accende solo per vedere tutte le partite possibili». Dunque, come è andata sul set da donna sportiva e refrattaria a pentole e condimenti? «All'inizio ho fatto un corso accelerato vedendomi tutti i film all'insegna della buona gastronomia, un vero filone "gourmet". Volevo che il mio chef fosse diverso da tutti. Kate Armstrong è una donna sola, perfezionista, dedita totalmente al suo lavoro in uno dei migliori ristoranti newyorkesi diretto da Paula (Patricia Clarkson).Maquando suo sorella muore in un incidente, lei si ritrova a casa la nipotina interpretata da quella grande, anche se piccola, attrice che è Abigail Breslin. E’ complicato avere una ragazzina traumatizzata e sempre critica nell'appartamento. E, per giunta, nel ristorante, per le mie improvvise assenze, viene assunto un altro cuoco (Aaron) una star della gastronomia con una lunga esperienza in Italia. Tra aspre competizioni a colpi di ricette e alle prese con palati esigenti e clienti arroganti accade di tutto. Mi piacciono le commedie garbate, con qualcosa di sensualmente goloso nel loro pudore, come il mio temperamento. Questa rispondeva all' esigenza di un film positivo sull' arte della vita, anche nei momenti difficili, e del palato. Inoltre, recitare con una bimba perspicace, sensibile come Abigail è stato un momento fertile per me mamma». IMPEGNI —Ora, anche Michael ha ripreso i suoi impegni di ambientalista alle Nazioni Unite e il suo mestiere d'attore, spiega l’attrice. Legata profondamente anche al suocero Kirk Douglas, Catherine aggiunge: «Mi stupisce sempre la longeva energia di Kirk, un grand'uomo. Il suo ultimo libro, "Let's Face It" è dedicato ai suoi nipoti. E' un piacere leggerne ogni sera qualche pagina ai miei ragazzi». Per loro, adesso, Catherine cucina anche spuntini prelibati. Qual è, dunque, il film gastronomico che nel suo corso d'educazione alle pentole ha più apprezzato? Big Night diretto e interpretato da Stanley Tucci che nella vita è un Salieri della cucina italiana. Devo confessare una cosa dopo questa esperienza: ho l'impressione che agli uomini di oggi piaccia più delle donne sperimentare nuove ricette».